CALCAGNO: TRA TECNOLOGIA E FILOSOFIA FORMIAMO GLI IMPRENDITORI DEL FUTURO

Non di sola economia si nutre l’imprenditore. Infatti, essere imprenditore non necessariamente significa possedere un’impresa: le attività e la progettualità che sostengono un percorso di vita, ad esempio, sono analoghe a un business plan. Attività, costi, credito, progetti, prodotti, organizzazione, funzionigramma, eccetera: ogni impresa ragiona in e con questi termini, dunque per un giovane studente la strada è di ampia scelta. Imprenditorialità: “Insieme dei requisiti necessari per svolgere la funzione dell’imprenditore, consistenti essenzialmente nella volontà e nella capacità di promuovere e organizzare un’impresa economica, insieme con la disponibilità ad affrontarne i rischi. Questa attitudine si manifesta nella ricerca di soluzioni originali o creative nella sfida o confronto con le altre imprese, incluso lo sviluppo o il miglioramento di prodotti o servizi, l’uso di nuove tecnologie e di nuove tecniche amministrative”. Molte sono le definizioni di imprenditorialità e altrettante le capacità e competenze che uno studente deve avere o sviluppare per intraprendere. Credo che la qualità più ricorrente sia la curiosità: osservare, progettare, anche sognare. Chi meglio di un giovane studente incarna queste qualità?Eppure sono pochi coloro che si vedono imprenditori. Nel medio-lungo periodo sarà, infatti, il segmento più giovane della popolazione a determinare il livello effettivo dell’offerta imprenditoriale del Paese,rappresentando quindi un elemento positivo per la collettività nel suo complesso sia sul piano economico sia su quello sociale.Più di un terzo degli studenti ha seriamente pensato all’ipotesi di avviare in futuro una propria attività imprenditoriale, ma una quota significativa di questi potenziali imprenditori risulta scoraggiata ex ante da un complesso di fattori congiunturali, strutturali, personali ma soprattutto legati alla percezione del contesto circostante e alla gravità delle carenze di sostegno istituzionale.
La conseguenza è che la probabilità che l’imprenditore potenziale si trasformi in imprenditore effettivo si riduce sensibilmente prima ancora di una concreta sperimentazione.Il corso di studi esercita un’influenza meno marcata di quanto si possa comunemente ritenere: al netto degli altri effetti non risulta un’influenza decisiva degli indirizzi nell’accrescere l’orientamento all’imprenditorialità. Interessante anche riflettere sulla differenza di genere; nonostante il crescente numero di donne che occupano posizioni di rilievo all’interno delle imprese, la propensione all’imprenditoria appare tuttora condizionata da una forte disparità maschi/femmine e questo divario si evidenzia già nelle scelte iniziali del percorso di studi; in questo senso i progetti di orientamento Stem sono utili per informare e indirizzare a scelte maggiormente ragionate.  La creatività viene promossa attraverso attività di supporto ad altri studenti, con progetti che realizzano oggetti e strumenti, visitando imprese e attivando percorsi di orientamento presso aziende. In particolare, la conoscenza di un’azienda avviene con ottiche differenti: imprese che si raccontano, agenzie che simulano colloqui, testimonial che illustrano. Di recente la ristrutturazione dell’impianto audio-video dell’aula magna è stata pensata e progettata quasi totalmente dagli studenti. Il dirigente ha rivestito il ruolo del committente, con esigenze strutturali e non solo;  gli studenti hanno raccolto i desiderata e hanno presentato un’ipotesi concreta e ora, attraverso un progetto finanziato, l’intervento si realizzerà concretamente. Le reti di cui l’Itis Artom fa parte e le numerose collaborazioni con professionisti e loro associazioni hanno portato in dote contatti frequenti fra studenti e professioni centrate sull’imprenditoria e sul mondo della produzione, con l’ottica di chi parte con un’idea e arriva con un prodotto da offrire al mercato. Le esperienze raccontate suscitano sempre interesse e partecipazione, facendo comprendere come da una parte esiste una marcata ignoranza su argomenti non scolastici o ritenuti tali da studenti di un istituto tecnico, dall’altra come ci sia un desiderio di apprendere contenuti importanti per la vita professionale futura.Genitori e famiglie hanno un ruolo fondamentale per sviluppare il senso di motivazione, di supporto agli sforzi dei propri figli; riconoscere le capacità e il desiderio di intraprendere non è facile, a volte si rischia di confonderlo con la superficialità o il pressapochismo soprattutto in età precoci.

I nostri laboratori sono un punto fondamentale per sviluppare le giuste tensioni del fare, pensare, progettare e realizzare un prodotto anche attraverso la simulazione digitale. A volte l’impresa non cura fino in fondo alcuni aspetti che agevolerebbero lo sviluppo di talenti intraprendenti ma che devono sperimentare e conoscere le “regole del gioco”. Condizioni importanti, leggi, norme, strutture economiche, finanziarie, contratti, costi, ricavi. Inevitabili i rapporti con le banche e con le pubbliche amministrazioni. Quali iniziative, progetti o servizi sarebbero utili per favorire questo processo, finalizzato a suscitare “vocazioni” imprenditoriali soprattutto in un territorio, come l’astigiano ma come tanti altre aree del Paese, dove stiamo assistendo da anni alla desertificazione del tessuto imprenditoriale?

Le buone idee e i progetti innovativi non sono sufficienti: si devono sostenere i giovani imprenditori con un credito agevolato, una semplificazione dei percorsi amministrativi, ma soprattutto con il “toccare con mano” anche attraverso l’alternanza scuola-lavoro, una metodologia didattica innovativa che consente agli studenti di realizzare un percorso formativo alternando periodi di studio in aula a forme di apprendimento in contesti lavorativi. Fare squadra, lavorare in rete, condividere, formare gruppi…come e dove si sviluppano queste competenze? Impariamo ad imparare a scuola? Forse può sorprendere il fatto che i nostri studenti abbiano partecipato in modo massiccio ed entusiastico alle Olimpiadi della Filosofia. Eppure conoscere e studiare il pensiero di grandi pensatori è importante per confrontarsi con il proprio pensiero creativo. Socrate un imprenditore? Sì, anche un sognatore, un creativo, un innovatore.

L’AUTORE

Franco Calcagno, laureato in Matematica,  già docente e dirigente di istituti scolastici, è attualmente preside presso l’ItisArtom di Asti. Autore di numerose pubblicazioni su vari temi (inclusione, bullismo, salute e legalità), è estensore, coordinatore e firmatario per l’Ufficio regionale scolastico di protocolli d’intesa con istituzioni pubbliche e associazioni su alternanza scuola-lavoro, salute, ambiente, legalità, richiedenti asilo. E’ presidente e componente di commissioni e coordinamenti sulle più importanti problematiche scolastiche nei territori di Asti, Alessandria e Vercelli.

Per la redazione del presente articolo si è avvalso del contributo di Chiara Cerrato e Michele Garofalo.

Il servizio fotografico è stato realizzato dal prof. Salvatore Infanti presso l’Istituto Artom di Asti.

 

Be the first to comment

Leave a comment